Zona d’ombra – Recensione: la retorica fa da padrona





Una sola parola può descrivere al meglio il film Zona d’ombra – Una scomoda verità (con Will Smith e Alec Baldwin): retorico. Retorici soggetto e sceneggiatura; ingenuo ed eccentrico medico nigeriano emigrato negli States (Smith) che scopre come la lega di football taccia sui rischi che i giocatori corrono a dare e prendere testate. Mentore coraggioso che lo incoraggia contro il sistema corrotto, insperato aiuto da un ex medico dell’NFL colmo di sensi di colpa (Baldwin) e da moglie immigrata che snocciola perle di saggezza spicciola. Logica economica insensibile e antiumana incarnata da un dottore senza scrupoli al soldo del sistema. Retorici i dialoghi: si ha sempre l’impressione che la realtà dei fatti sia lontana anni luce e le parole siano così artificiose, fatte solo per stupire e per emozionare, che fanno perdere ogni credibilità al racconto. Vaghe battute per strappare un mezzo sorriso e alleggerire la (supposta) tensione

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Pubblicato il: 28 Aprile 2016

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