Westworld: la recensione della première della seconda stagione





Westworld è tornato domenica notte in America sugli schermi per la gioia del suo pubblico. A metà fra un western e una narrativa distopica, riecheggiante delle atmosfere alla Asimov, Westworld è una serie ideata da Jonathan Nolan e Lisa Joy basata sul film del 1973 Il mondo dei Robot (Westworld), scritto e diretto da Michael Chricton. Parole chiave di questa nuova stagione sono ribellione e identità: ormai fuori il controllo umano, le intelligenze artificiali hanno iniziato un percorso di ricerca che li condurrà, forse, verso una nuova esistenza. Westworld, episodio 2.01: la sinossi La première della seconda stagione di Westworld, in un continuo salto temporale tra presente e passato, riallaccia i fili con la trama dell’ultimo episodio della prima stagione: dopo lunghi anni di sottomissione, i robot hanno sviluppato una propria coscienza, e Dolores (Evan Rachel Wood), con al fianco il fedele Teddy (James Marsden) è a capo della ribellione contro gli umani, che vengono trucidati senza pietà. Parallelamente, Maeve (Thandie Swinton) ha come scopo quello di ritrovare la figlia, un robot a lei legato in uno dei filoni narrativi passati . In un’atmosfera di assedio e timore, Bernard (Jeffrey Wright) cerca di capire chi è davvero, mentre il temibile uomo in nero, William (Ed Harris) si prepara a giocare una nuova partita con un mondo che non cessa mai di mutare.

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Pubblicato il: 25 Aprile 2018

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