Signorsì, signore! – di Marco Travaglio





La campagna referendaria sulla “riforma” costituzionale Renzi-Boschi-Verdini è iniziata ufficialmente ieri per iniziativa dell’unico cittadino italiano (su 60 milioni) che dovrebbe starne fuori: il presidente del Consiglio Matteo Renzi che, imposta con ogni sorta di forzatura la sua personale Costituzione a un Parlamento riottoso e per giunta illegittimo, ha lanciato i Comitati del Sì (ha già deciso che saranno “10 mila” con un esercito di soldatini – “da 10 a 50 per comitato: totale 100-500 mila – ai suoi ordini, quindi sarà senz’altro così). E ancora una volta ha spacciato il referendum “oppositivo” previsto dalla Costituzione come strumento riservato alle opposizioni, per una gentile concessione octroyé al popolo dal suo magnanimo governo. Non sa, o finge di ignorare, che tra i soggetti che propongono il referendum sulle leggi costituzionali che non hanno raggiunto i due terzi del Parlamento, il governo non c’è: ci sono i cittadini (se raccolgono 500 mila o più firme), le Regioni (se almeno 5 ne fanno richiesta) e i parlamentari (se lo chiede un quinto dei membri di una Camera). Tanto per cambiare, vende merce non sua, tipo Totò con la Fontana di Trevi: come quando inaugura viadotti mai crollati né ricostruiti, si prende il merito di fondi europei per la ricerca già stanziati sotto il governo Letta, o si appropria dei bronzi di Riace come se fosse l’autore dell’opera. Non vorremmo che, dopo aver depenalizzato i reati di abuso della credulità popolare e di atti osceni in luogo pubblico, cancellasse pure l’appropriazione indebita e il vilipendio di cadavere. Cosa che, al posto suo, faremmo alla svelta, visto l’abuso che lui e i suoi trombettieri fanno di grandi padri costituenti come Calamandrei, Dossetti e La Pira, iscritti d’ufficio nei Comitati del Sì (peraltro a corto di nomi) nella certezza che sono morti e nella speranza che nessuno noti i loro rotolamenti nelle rispettive tombe.

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Pubblicato il: 5 Maggio 2016

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