Se i popoli trovassero, nel tempo e luogo in cui vivono, l’ottimale punto di equilibrio tra consumo e risparmio delle risorse prodotte o disponibili, non avrebbero altro da fare, che grattarsi l’ombelico. Viceversa, tendendo a strafare, si finisce sepolti vivi da catastrofi sociali, economiche ed ecologiche inesauribili e ingovernabili. Da un secolo, noi occidentali produciamo, rubiamo, consumiamo, distruggiamo e inquiniamo da matti, istigati da cultura, politica e mercato inqualificabili. …
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