L’attacco a Salvini





Viene dall’interno e dopo la sconfitta della Le Pen è più virulento che mai E’ bastata la sconfitta della Le Pen alle presidenziali, per far rialzare la testa alla fronda bossiana della lega, questa volta alleata della sempre “inciucista” e centrista ala maroniana. Nonostante Salvini abbia rivitalizzato e rialzato il partito togliendolo dall’affondamento dei “famigli” bossiani, la sua rivitalizzazione in chiave “nazionale” non è mai piaciuta ai “duri e puri” secessionisti della prima ora: i “druidi” celti, e i “vichinghi” padani, nonostante il vecchio rais, menomato certo, dalla grave malattia, ci abbia messo pesantemente di suo per affondare il “drakar” leghista da anni a gonfie vele, ma comunque a rimorchio del cavaliere. L’ascesa del super attivo e giovane leader della lega, ha sempre destato parecchie invidie e rancori, accentuati dai più che positivi risultati. Uno su tutti Maroni, il “romano” centrista del movimento, colui che ha “assaggiato” gli agi e le comodità della politica romana del compromesso, svolgendo nel passato governo Berlusconi il ruolo chiave di ministro dell’interno. Nonostante sia ora a capo della regione Lombardia, la sua irrequietezza moderata, fa capolino e occhieggia di nuovo con la strategia appianante di forza Italia e del Berlusconi post 2011

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Pubblicato il: 17 Maggio 2017

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