
Uno dei piaceri più grandi di andare al cinema è probabilmente quello di lasciare che i film ci sorprendano; film di cui ci basta uno sguardo alla locandina per esserne magicamente attratti, che ci fanno sedere in sala speranzosi e ci fanno uscire con la consapevolezza di essersi imbattuti in un piccolo grande gioiello. È questo il caso di La Mia Vita da Zucchina, che abbiamo potuto vedere in anteprima al Lucca Comics & Games 2016. Realizzata in animazione stop-motion, la produzione franco-svizzera sorprende sin dai primi minuti, durante i quali ci viene presentata la grigia vita di Zucchina, di 9 anni, costretto a vivere con una madre alcolizzata consumata dall’abbandono del marito fedifrago. In seguito alla scomparsa della madre, Zucchina viene mandato a vivere in una casa famiglia, nella quale è già ospitato un gruppo di bambini senza genitori. Non usa giri di parole, il film, che ci pone davanti la complicata quotidianità di questi orfani, in bilico fra due mondi: quello dell’ingenuità e del gioco, essenza della loro giovane età, e quello di una maturità forzata dovuta alle tragiche vicissitudini che il destino gli ha riservato. Non possiamo fare a meno di affezionarci ai vari personaggi che colorano il racconto: accomunati dal sentirsi abbandonati, tutti i bambini esternano la propria condizione in maniera differente in base alla propria personalità, delineata con pochi tratti di sceneggiatura e design
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