Jesus: Recensione del film di Fernando Guzzoni a TFF34





Titolo: Jesus Regia: Fernendo Guzzoni Paese: Cile Cast: Carlo Sánchez, Roberto Espinoza, Jean-Guy Véran Durata: 86′ Jesus è il film d’apertura della 34 edizione del Torino Film Festival, tra quelli in concorso, ed è un film con una buona idea ma una realizzazione a tratti zoppicante. Jesus racconta la storia di un ragazzo cileno, ma è solo una metafora per raccontare lo spaesamento di una generazione senza identità. Non c’è identità sessuale, ideologica o lavorativa nei giovani descritti da questo film, manca anche il rapporto con i genitori, divisi da muri di silenzio e nella specificità cilena divisi da due mondi, uno, quello dei padri e delle madri (assenti in questo film) che hanno vissuto l’esperienza drammatica della dittatura e uno, quello dei figli, che vivono nella tranquillità senza orizzonti dell’occidentalizzazione. Jesus la violenza e la crudezza Il film sembra essere per lunghi tratti un voler rincorrere una durezza e un’assoluta alienazione, che potrebbero ricordare in certi momenti un Arancia Meccanica, ma senza la profondità del messaggio dell’opera di Kurbik. Sembrano volercisi accostare soprattutto per la violenza e le scene di sesso esplicito (con tanto di genitali in primo piano), ma manca la raffinatezza dell’opera del visionario regista, rimane una crudezza fine a se stessa.

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Pubblicato il: 20 Novembre 2016

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