Conoscendo Grillo e conoscendo la storia – breve, ma significativa – del M5S, lasciava qualche perplessità l’annuncio diramato una settimana addietro,col quale si annunciava che il candidato premier sarebbe stato anche il capo politico del Movimento per i prossimi cinque anni.Non si capiva che fine facesse quello che era stato fondatore, megafono, tesoriere, portavoce, garante e via dicendo, quello che nell’arco di questi ultimi anni ha compiuto passi in avanti, indietro, di lato, senza però mai cedere il passo.Poi i termini della questione si sono andati chiarendo. Di Maio sarà il capo politico per i prossimi cinque anni. Sì, sarà il capo politico, ma come è possibile esserlo nel M5S, sempre cioè che in questi cinque anni non succeda nulla che faccia cambiare idea al padre.Eh già, perché l’ultimo ruolo, in ordine di tempo, di quelli interpretati dal proprietario è quello del padre.Link:Il viceré Di MaioCi stiamo disabituando alla democraziaIl non-partito di centro
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