Il racconto che ci aspetta alla fermata del treno





Immersi sempre in una corsa senza fine, affannati da una società iperproduttiva, fermarsi ed ammirare la vita, o leggere un libro, è un privilegio riservato a pochi. Vivendo in un mondo che richiede velocità a tutte le ore, l’attesa ha perso il sapore che la rendeva speciale. Attendere ci stringeva lo stomaco in una morsa, ma al contempo ci costringeva a vivere di più. L’attesa era quel lasso di tempo prezioso che permetteva di creare, tra noi e ciò che attendevamo, un legame indissolubile: che sia una persona, una risposta, attendere ci rendeva vivi e ci apriva ai sensi. Quando ci fermavamo, avevamo la possibilità di guardarci intorno, di sognare, di riflettere, di avere paura, di avere un’ansia sana, di essere felici; l’attesa era la possibilità di sentirci vivi. L’attesa ci permetteva di giocare con tutte le nostre emozioni.

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Pubblicato il: 7 Luglio 2016

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