Il Non Senso della Vita 3.0 di Piergiorgio Odifreddi – Una bellissima risposta





In un’intervista del 1967 Vladimir Nabokov diceva: “Lo scopo della critica letteraria è dire qualcosa su un libro che il critico ha letto, o non ha letto. La critica è istruttiva nel senso che fornisce al lettore, incluso l’autore del libro, qualche informazione sull’intelligenza del critico, sulla sua onestà, o su entrambe”. Lo stesso si può dire, mutatis mutandis, della divulgazione scientifica.Non è un caso che i migliori critici letterari siano gli scrittori: da Nabokov stesso a Jorge Luis Borges, che con le rispettive e memorabili Lezioni di letteratura e La biblioteca inglese hanno invaso uno spazio abitualmente congestionato da chi “vuol volar sanz’ali”. Di nuovo, lo stesso si può dire della divulgazione scientifica, che raggiunge le proprie vette quando si alza in volo sulle ali dei protagonisti della ricerca, da La doppia elica di James Watson ai Sei pezzi facili di Richard Feynman, rispettivamente premi Nobel per la medicina nel 1962 e per la fisica nel 1965.Nella tradizione della divulgazione d’autore che vola alto si inseriscono due libri di Frank Wilczek, premio Nobel per la fisica nel 2004: il più arduo e conciso La leggerezza dell’essere (Einaudi, 2009), e il più lieve e recente Una bellissima domanda (Einaudi, 2016). Per inciso, il titolo del primo è un doppio senso sulla parola light, che in inglese significa sia “leggero” che “luce”: si potrebbe dunque anche tradurre La luminosità dell’essere, in senso non solo metaforico, ma anche letterale, per il ruolo centrale che le proprietà della luce rivestono nella fisica moderna.La bellissima domanda a cui allude il titolo del secondo libro riguarda invece un aspetto fondamentale del mondo in cui viviamo: che cosa fornisce la massa alla materia ordinaria di cui siamo fatti, e che percepiamo con i nostri sensi e i nostri strumenti?

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Pubblicato il: 17 Novembre 2016

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