Qualcuno tenta di descrivere il tempo tra il 1919 e 111945 come un territorio neutro, lo spazio di “uno tra” i fenomeni politici della storia italiana; certo macchiato dalle Leggi Razziali e dalla guerra, ma per il resto foriero di ciclopiche bonifiche e di preveggenti innovazioni sociali. Questa intenzionale riscrittura della storia, che cancella la natura violenta e liberticida del fascismo lungo tutto il suo corso, ha una motivazione contemporanea. Non viene destinata al dibattito tra docenti, ma ad un progetto attuale: quello di una risposta parzialmente autoritaria alla crisi delle democrazie liberali.
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