Roma. Quando si alza in piedi – è in terza fila, “sono uno come gli altri” – sono passate da poco le 23. Si aggiusta i capelli, prende il microfono, si schiarisce la voce, ma non fa in tempo a fiatare che già l’agenzia Dire batte le sue esatte parole. Ancora prima che lui le pronunci. Un miracolo. T
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